Giornata della Memoria
Coltelleria Einstein in
“Polvere umana”
Azione teatrale liberamente ispirata a “Se questo è un uomo” di Primo Levi di e con Giorgio Boccassi e Donata Boggio Sola
dopo lo spettacolo interverrà il Prof. Giovanni Tesio,
filologo e critico letterario, già ordinario di Letteratura Italiana presso Università
Piemonte Orientale, uno dei maggiori studiosi di Primo Levi.
Polvere umana
di e con Giorgio Boccassi e Donata Boggio Sola collaborazione ai movimenti di scena Paola Bianchi collaborazione al progetto drammaturgico Graziano Melano voce narrante Massimo Rigo
costumi Anna Trisoglio
Menzione speciale Premio E.T.I. - Ente Teatrale Italiano“Stregagatto” - Sezione giovani
“In una stagione caratterizzata dalla forte e innovativa presenza di spettacoli di riflessione civile, legati all’attualità o alla memoria storica, Polvere umana si segnala per l’impegnativa scelta del libro “Se questo è un uomo” di Primo Levi, e per l’efficace trasposizione teatrale.
Gli autori Giorgio Boccassi e Donata Boggio Sola – che dello spettacolo sono anche ottimi interpreti – riescono a restituire in scena tutti i punti nodali del libro, e a trasformare, con l’aiuto delle immagini e di una gestualità asciutta, le parole di Levi in una sorta di cerimonia priva di retorica, che rinnova l’orrore e la pena dei campi di sterminio nazisti. Per non dimenticare.” (Premio Stregagatto – E.T.I.)
“Sono un uomo normale di buona memoria che è incappato in un vortice, che ne è uscito più per fortuna che per virtù.”
Primo Levi è testimone e vittima di Auschwitz.
L’uomo denudato della sua identità, costretto a battersi come un animale per la vita, costretto a cambiare il suo codice morale.
Sulle sue parole chiare, concise, asciutte e precise come una formula chimica si muovono gli attori, nella tensione suscitata dalla lucidità di questo ricordo terribile.
Vittime, aguzzini, desolati e aggressivi, rassegnati e vacui.
E se appare un sorriso, un lampo di ironia, è per esorcizzare attraverso la malinconia del clown il timore che nulla sia cambiato.
Il linguaggio teatrale è quello del movimento accompagnato dalla musica, con pochissime parole. Teatro di immagine e di silenzio, con improvvisi scatti lancinanti e disperati, con momenti di invenzione poetica su un tema difficile e desolato.
“Se dall’interno del Lager un messaggio avesse potuto trapelare agli uomini liberi, sarebbe stato questo: fate di non subire ciò che a noi viene inflitto.” (Primo Levi)