Perché Peer Gynt? Perché Ibsen?
Perché, c’è bisogno di ritornare al bello, alle sfide, e al Teatro Educativo e Sociale, dove il centro è l’individuo che attraverso le tecniche teatrali aspira a diventare un essere umano migliore, per se stesso e la società. Ecco perché sia per i ragazzi (under 18 STREGATTI) che per gli Adulti (Corso Avanzato) si è scelto di portare in scena due studi uno, come detto, da PEER GYNT, e l’altro da UN NEMICO DEL POPOLO.
Entrambi i testi raccontano a modo loro, questa sfida, quella della ricerca del sé e l’inserimento nel mondo che ci circonda, superando paure e pregiudizi.
Il “Progetto IBSEN” nasce, anche, dall’esigenza di studiare grandi autori teatrali e approcciarsi alle loro opere, soprattutto di quelli che in Italia occupano poco posto nei cartelloni teatrali. Promuovere la cultura e la didattica teatrale è il nostro primo pensiero, e far in modo che i primi fruitore siano proprio i ragazzi, il secondo.
Il Teatro è come un filo che unisce le persone, si parla spesso di rete e noi ci abbiamo provato, facendo una piccola co-progettazione. Durante la preparazione del Peer Gynt, abbiamo lavorato in scambio con la 3° sezione Acconciatrici e Acconciatori dell’Enaip di Alessandria grazie alla disponibilità della loro Preside Nicoletta Faccini e la loro insegnate Eriona Sefa, concretizzato in un pomeriggio insieme a Teatro con i rispettivi ragazzi scambiandoci competenze su trucco e parrucco. Poi il tutto è stato finalizzato il giorno del debutto il 12 giugno, presso il Teatro San Francesco.
Vedere i ragazzi tutti organizzati nei camerini, prima e dopo le prove tecniche, mantenendo concentrazione e professionalità, sono stati momenti di grande crescita per tutti. Una bellissima sorpresa è stata l’e-mail arrivata alla nostra posta Stregatti, a scriverci il professore Giuliano d’Amico: “Insegno letterature scandinave all’Università di Oslo e abbiamo un centro di ricerca e documentazione su Ibsen. Ci interessa molto il lavoro pedagogico che state facendo e se avrete possibilità di streaming del vostro spettacolo lo seguiremo volentieri. Ad ogni modo lo pubblicheremo sulla nostra pagina Facebook”. Ci ha reso molto felice questa inaspettata attenzione e speriamo di poter intrecciare in futuro una collaborazione.
Le parole di una mamma di uno dei giovani attori, e, educatrice professionale, che ha scritto una riflessione su questi 17 ragazzi di cui vi lasciamo i nomi (SARA, ROBERTO, LEONARDO, ALEX, MARGHERITA, JACQUES, GIULIA, LIAM, ALLEGRA, VITTORIA, ILARIA, MARIA ELENA, LUCREZIA, LEANDRO, MADDALENA, EMMA, TOMMASO) racchiudono l’essenza di questo lavoro portato in scena.
Domenica scorsa presso il teatro San Francesco di Alessandria i ragazzi del corso di teatro under 18 della compagnia degli “Stregatti “, capitanati dall’attrice, formatrice e maestra d’arte Barone Giusy e la direzione artistica di Gianluca Ghnò, hanno inscenato in modo magistrale “Peer Gynt” del drammaturgo norvegese Henrik Ibsen.
Gli spettatori presenti in sala hanno sicuramente avuto modo di ammirare l'impegno, la determinazione, lo studio e la serietà di questo gruppo di giovani attori.
Conoscendo le storie personali di alcuni di loro, dense di vissuti intensi e tortuosi nonostante la loro giovissima età, ed avendo, seppur in distanza, seguito il percorso a cui hanno preso parte in questi anni, sono stata pervasa da una fortissima commozione e gratitudine nei loro confronti per la testimonianza di gruppo che hanno saputo regalarci.
Pensandolo loro mi sovviene alla memoria il termine entitatività, utilizzato dallo psicologo britannico Henry Tajfel, pioniere della teoria dell’identità sociale, per definire “la consapevolezza cognitiva di essere davanti ad un insieme di persone che può essere definito come gruppo”.
Questi ragazzi sono davvero un esempio di gruppo, un gruppo che non ha paura di mettersi in gioco per affrontare e condividere le proprie gioie, incertezze, difficoltà, delusioni ed amarezze e che, soprattutto, inconsapevolmente, ha fatto dell'accoglienza il proprio fondamento. Sono, altresì, un esempio concreto di “inclusione sociale”, dove i particolarismi di alcuni e le peculiriatà di ognuno non divengono nè caratterizzazioni nè sono oggetto di irrisione o stigmatizzazione ma risorsa sia individuale che gruppale, capace di incrementare il bisogno di autostima e accrescere il proprio se positivamente.
La guida attenta, esperta e discreta della loro formatrice Giusy Barone ha saputo accompagnarli in un percorso che, ancor prima che teatrale, è un percorso umano e di crescita individuale.
La sfida che quest'anno ha lanciato loro nel portare in scena “Peer Gynt” di Ibsen, è stata sicuramente una bellissima provocazione nel sollecitare il loro io, attraverso l'educazione al difficile al bello, e che ha dimostrato che se veramente ci si “mette in gioco” profondamente è possibile arrivare a traguardi inaspettati.
Articolo tratto dal giornale IL PICCOLO di Alessandria 21 giugno 2022
Grazie alla giornalista Lucia Camussi